Tecniche laser

Abbiamo analizzato come funziona una correzione corneale e come il “cuore” del sistema sia il laser ad eccimeri. Ci sono tuttavia diverse metodiche per applicare l’ablazione sulla cornea, ognuna con una sua validità. La scelta dipende soprattutto dall’esperienza del chirurgo, dal tipo di laser che ha a disposizione, dal mercato dove opera, dal tipo di pazienti e da molti altri fattori. Tutte le tecniche se applicate correttamente da chirurghi di esperienza con strumentazione adeguata sono valide, ma la cosa fondamentale rimane la qualità del laser ad eccimeri utilizzato.

PRK

È stata la prima metodica applicata ed è ancora oggi una validissima scelta. Molto semplice, prevede l’asportazione (meccanica, con spazzolino, con alcool) dell’epitelio corneale (la pellicina che riveste la cornea e che come tutte le pelli ricresce) sopra la zona dove si intende lavorare con il laser e il lasciare alla ricrescita spontanea di questa (sotto una lente a contatto o con l’occhio bendato) la guarigione della superficie della cornea.

Tecnica semplice e veloce, permette di sfruttare tutta la superficie corneale specie con i trattamenti moderni che prevedono zone molto ampie di diametro con ottimi raccordi periferici. Non indebolisce la cornea perché il tessuto residuo è sempre abbondante, permette un’ottima gestione di eventuali ritrattamenti, non ha complicanze gravi o non ben gestibili. È adatta a laser e poco traumatici per il tessuto e che creano ottime superfici levigate, caratteristiche che una volta non erano di tutti gli strumenti.

Di contro ha un postoperatorio un po’ fastidioso, con possibile presenza di dolore per un paio di giorni. È inoltre necessario attendere la guarigione dell’epitelio (8-10 giorni) per recuperare la capacità visiva ottimale. I processi cicatriziali sono sempre un po’ stimolati e quindi un risultato finale stabile si registra nell’arco di 3 mesi. In qualche caso, oggi assai raro, si ha una risposta cicatriziale eccessiva con possibile leggero opacamento della cornea superficiale o con una regressione parziale del risultato. Si tratta comunque di casi tutti risolvibili con terapia o con un eventuale ritrattamento.

LASEK / EPILASIK

I punti deboli della PRK possono essere migliorati, cercando di salvare l’epitelio grazie a una tecnica originale che ha poche varianti rispetto alla precedente. Una volta scollato l’epitelio con dell’alcool o con una speciale micropialla e dopo aver effettuato l’ablazione laser, lo si riadagia sulla superficie corneale e lo si protegge con una lente a contatto. Questo fa sì che la protezione offerta nel primo periodo postoperatorio dall’epitelio (che verrà un po’ alla volta sostituito da cellule nuove) riduca le reazioni sia dolorose che riparative, con una percentuale di risultati migliori a medio termine (a lungo termine le tecniche si equivalgono).