La chirurgia refrattiva e il laser ad eccimeri

Tutti i difetti refrattivi una volta risolvibili solo con occhiali o lenti a contatto possono oggi trovare una valida soluzione con la chirurgia refrattiva. Si può usare il laser ad eccimeri per lavorare sulla cornea e trattare miopia, ipermetropia, astigmatismi ed in parte la presbiopia. Oppure si può agire all’interno dell’occhio mettendo delle lenti aggiuntive o cambiando il cristallino. Ogni tecnica ha le sue possibilità di correzione e solo un’accurata valutazione della situazione sia oculare che generale del paziente può fornire la corretta indicazione su come procedere. Tratteremo in altri approfondimenti la chirurgia intraoculare, qui ci occuperemo invece dello strumento con il quale possiamo operare la maggior parte dei difetti refrattivi: il laser ad eccimeri.

Il laser ad eccimeri è un sofisticato apparecchio che emette luce ultravioletta (193 nanometri di lunghezza d’onda) monocromatica, cioè pura. Questo impulso provoca sui tessuti una microdistruzione selettiva delle molecole con loro evaporazione. Il fascio di luce permette di modellare a piacimento la superficie di un oggetto o di un tessuto e lo fa con un’altissima precisione. Applicandolo con le dovute tecniche sulla cornea possiamo ad esempio modellare questa lente in modo da cambiarne la curvatura e quindi il potere ottico, correggendo (o provocando) dei difetti refrattivi.

Nato per uso industriale ed utilizzato in medicina dal 1985, è giunto ad elevatissimi livelli di perfezione tecnologica ed è il sistema migliore e più versatile per correggere i difetti refrattivi dell’occhio. Tra i primi laser di questo tipo (e a Ravenna abbiamo avuto a disposizione uno dei primissimi laser giunti in Italia ancora nel 1988) e i laser di ultima generazione è possibile riscontrare un’enorme differenza tecnologica che si traduce in precisione di risultato, affidabilità e riduzione di effetti collaterali. Da qui la raccomandazione di accertarsi di venire operati con strumenti aggiornati gestiti da personale chirurgico di provata esperienza.

Cidiemme si è da poco dotata di un ultimissimo modello di laser al top di gamma ed i risultati sono obiettivamente quanto di meglio abbiamo mai sperimentato, non solo sulle classiche miopie ma soprattutto su tutti i casi una volta di non perfetta soluzione, quali ipermetropie ed astigmatismi anche elevati e con caratteristiche di irregolarità. Ciò soprattutto grazie ai sistemi di “customizzazione” cioè di personalizzazione del trattamento e a sistemi di controllo molto sofisticati dell’energia, della qualità del fascio, del programma di ablazione e, cosa fondamentale, della precisione del puntamento. Questo laser analizza infatti il bersaglio più di 1.000 volte al secondo e riallinea il fascio in meno di 3 millisecondi per qualsiasi movimento faccia l’occhio, cosa che ancora nessun altro strumento riesce a replicare.

Nella chirurgia refrattiva laser si modifica quindi la forma della cornea utilizzando il sofisticato laser ad eccimeri. La forma che ricercheremo dipenderà dal difetto refrattivo che dovremmo correggere. Per la miopia sarà necessario appiattire la superficie corneale in modo da ridurne il potere ottico, viceversa per l’ipermetropia dovremmo aumentare la curvatura almeno della parte centrale della cornea così che le immagini cadano su un punto più vicino all’interno dell’occhio. L’astigmatismo prevedrà invece una regolarizzazione della superficie corneale che da ovale e schiacciata su due lati deve diventare un segmento di sfera.

Questo è il passo fondamentale nelle correzioni chirurgiche ed è qui che si gioca il risultato finale. Una visione perfetta si avrà solo quando otteniamo una lente con la curvatura programmata,  perfettamente liscia e regolare, senza scalini o bruschi cambi di pendenza specie vicino al centro, senza aberrazioni indotte quindi, e riducendo al minimo il trauma chirurgico e le conseguenti reazioni riparative del tessuto. Il tutto si ottiene se il percorso che porta al risultato finale si svolge secondo corretti parametri.

  • Si parte dalla precisa, a volte maniacale, valutazione dell’occhio del paziente, che deve essere misurato e osservato in tutti i suoi aspetti, ma solo ad “occhio tranquillo” senza alterazioni da lenti a contatto o da infiammazioni.
  • Il secondo step è la corretta programmazione chirurgica perché i laser hanno potenzialità notevoli e saperle sfruttare nel modo adeguato può fare la differenza.
  • Della qualità del laser (e da come viene gestito) abbiamo già parlato: inutile pensare di vincere un Gran Premio con la macchina non a punto.
  • Ultimo step, il costante monitoraggio del periodo postoperatorio fino a stabilizzazione avvenuta e a risultato raggiunto: in questa fase a volte è necessario modulare la terapia o cambiare qualche procedura e qui conta molto l’esperienza del professionista a cui ci si rivolge.

Il laser ad eccimeri è quindi il “cuore” della nostra chirurgia. Quello che può cambiare da operatore ad operatore è invece la procedura applicata prima di lavorare la cornea con il laser, procedura che ogni chirurgo può personalizzare per rendere il proprio servizio più accattivante per i pazienti.